lunedì 30 novembre 2009

Invecchiare come i Duran Duran


Faccio un outing pesante: sono stato ad un concerto dei Duran Duran. Se è un atto che mi rende indegno di questo blog, mi appello alla vostra clemenza. L'ho fatto per amore (coniugale), e l'ho fatto a 40 anni, pienamente consenziente. All'Idroscalo a Milano, in un estate che mi ha offerto altri concerti da/di reduci, Sex Pistols alla Pellerina e Siouxsie (senza Banshees) allo Spazio 211. Al concerto dei Duran l'età media era sui 38, appena limata verso il basso da alcune adolescenti evidentemente indottrinate da madri o zie in piena pubertà nei gloriosi '80. Vista dall'alto la platea offriva una distesa di teste rese lucide dalla calvizie, mentre di lato si potevano apprezzare pancette debordanti e seni che avevano visto stagione più toniche. I Duran, mi tocca ammetterlo, non hanno fatto un brutto concerto. 2 ore e mezza tirate, con tanto di set unplugged a metà concerto, miscelando come di prassi i pezzi dell'ultimo, orribile, CD con tutti i must del passato. Ok, pure le varie Rio e Wild boys mi sono molto ostiche e, hey, Abo, NON sto dicendo "infindeicontiancheidurandurannoneranocosìmale"! Però era un concerto che aveva un senso, fatto così, per quel pubblico, tra l'altro con la consapevolezza sul palco ed in platea del tempo trascorso. Nessuno sembrava giocare a "siamoancoraneglianni80!", e anche se musicalmente discutibile il concerto è filato via.

I Pistols non volevo andarli a vedere, troppa era la paura di trovarmi davanti quattro cadaveri deambulanti (oddio, detto così è un po' cinico visto che il Sig. Vicious cadavere lo è diventato davvero...) e soprattutto suonanti. Ma c'erano i Wire di spalla, ed era gratis e una bella serata estiva, e il mio amico Daniele mi ha detto di andare... Sin dall'inizio, anche qui, l'impressione è stata subito che di tempo ne fosse passato tantino. Lydon, vestito di un camicione da adepto di Osho, è stato fatto oggetto della lancio di una lattina che qualcuno, nostalgico della belle epoque du punk, ha pensato bene di tirare come si faceva ai vecchi tempi e ha reagito urlando come una vecchia inacidita "questa è maleducazione! se lo rifate me ne vado!". Aggiungete la clamorosa obesità di Steve Jones (la fender abitualmente in sede pubica appoggiava di necessità sull'ombelico) e capirete che le premesse non erano delle migliori. Ma poi, come per magia, parte "Pretty Vacant" e scopriamo che a) i Pistols non hanno imparato a suonare nel frattempo (e ci mancherebbe) b) sono in discreta forma e fanno quello che sanno fare, cioè strapazzare musichette incazzose per un'ora e mezza.
Per un confronto all'americana di musica e adiposità tra il prima e il dopo provate
http://www.youtube.com/watch?v=zmHhB9zV_rQ
e poi
http://www.youtube.com/watch?v=hvxrYm4nxXY&feature=related

Siouxsie era l'unico concerto che volevo io andare a vedere e mai avrei immaginato tanto sfacelo.
Appena salita sul palco la Siouxsie, inguainata in un orrenda tutina aderente che ne sottolineava impietosamente curve ed età, si rivela manifestamente ubriaca, malferma sulle gambe, ma soprattutto praticamente afona. A complicare le cose gigioneggia e ammicca, in un disperato tentativo di sedurre la platea. I pezzi del nuovo album, Mantaray, di per sè neanche brutto, scorrono via opachi ed indifferenziati e qualche brivido nostalgico lo strappa Kiss them for me, che la truppa di giovanotti assoldati dalla signora esegue scolasticamente bene e che porta via l'ultimo filo di voce alla suddetta. Il concerto finisce con un solo bis, tanto rammarico e tanto sollievo, sentimenti contrastanti, come se avessimo appena staccato la spina ad un malato terminale.
Riassumendo, chi sembrava più pronto a reggere le intemperie del tempo, a declinare fuori dalle mode il proprio estro musicale, si è rivelato disastrosamente inadeguato, incosciente del tempo passato. Kiss them for me, I might be delayed, cantava la Siouxsie, baciali per me, potrei essere in ritardo. Cazzo, Su, avevi ragione.

1 commento:

  1. Io ti assolvo dai tuoi peccati.
    E tu sei a posto, va e non peccare più.

    Però, io mi chiedo, come si fa ad andare avanti per 40 anni a suonare le stesse canzoni, nello stesso modo poi, che sennò il pubblico che "viene per cantare le canzoni" si incazza?
    Sì, è chiaro, lo si fa per la pagnotta, però, madonna...
    Non sarebbe grottesco assistere ad un attempato Corrado che canta "Tatiana&la banana" nel 2025? Brr...

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