martedì 24 novembre 2009

La ricerca della raffinatezza ovvero sputtanatevi con Ludovico Einaudi

Quando lavoravo al Pronto Soccorso di Pinerolo sono stato destinato per un po' all'ambulatorio dei codici bianchi. Per chi non è pratico di emergenza, la sala dove si visita che non ha un problema urgente. Anche se sembra una sinecura, con responsabilità invero assai ridotte, era un attività di una noia mortale, preludio di una sicura e grave atrofia cerebrale. Unico benefit e ottimo palliativo nell'incessante stillicidio di pazienti praticamente sanissimi, era un PC collegato in rete e dotato di una signora scheda audio che la maggior parte dei miei colleghi usava per ascoltare in streaming Rete 105 o Latte e Miele.
Ora, benchè ascolti musica durante quasi qualunque attività della mia vita, non ho mai trovato che musica ascoltare mentre lavoro. Mi dà fastidio la radio, con i dj che sembrano tutti incocaliti gli uomini e tutte ninfomani le donne, e poi può sempre capitare che mentre ti stai concentrando un cretino chieda di ascoltare "Grazie Roma" e il vociare vendittiano invada la sala visita, rendendo l'ambiente invivibile. Non posso portarmi i miei album preferiti, perchè mi coinvolgono troppo: sarebbe difficile da spiegare (ai parenti, alla direzione sanitaria, al pm) perchè a metà della sutura il medico è balzato a urlare pappàra-pappa-papàra (.. stavo sentendo Let's spend the night together..) o go on go on just walk away go on go on your choice is made ("...i Cure, Eccellenza, i Cure!"). Infine, per combattere la noia assassina dei codici bianchi, mi ero risolto a portarmi dei CD, ma di musica estremamente rilassata, musique d'ameublement, come direbbe Faurè - Abo, hai visto che citazione! - e avevo scelto Music for Airports di Brian Eno e Onde di Ludovico Einaudi. Mentre il Ludovico senza Van sta arpeggiando in serenità entra una signora sui 55, con un trauma al polso, aria dimessa, che con un certo fastidio mi dice "ah, c'é la musica?". Sto per lanciarmi in una disamina della gradevolezza non invadente delle melodie da me selezionate, dell'eleganza raccolta di questi melismi, orgoglioso che, grazie a me ed al mio gusto, non eravamo martoriati da un ritardato sedicente dj, quando la madama, con una certa sicumera aggiunge: "Sono insegnante di pianoforte, odio questa musica basata su un solo accordo!". L'ho mandata a fare le radiografie, meditando su come i migliori sforzi non vengano mai apprezzati.

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