sabato 19 dicembre 2009

Le 10 canzoni MdD

Luca, Luca, che casino hai combinato con il tuo invito. Sono dovuto andare a spulciarmi le date di uscita dei CD, e poi giù a meditare a manovella quali sono i Top Ten del decennio! E nel farlo ecco che vengono a galla canzoni che prese singolarmente mi hanno inebriato o esaltato o coccolato o inquietato per un/il decennio mentre il resto del CD che le conteneva veniva regolarmente colpito dal tasto "skip". Che ruolo dare a queste benedette melodie? E a quei CD belli solidi, ma senza la vampata singola? Allora, vai con una scelta diversa dalla tua: 2 classifiche del MdD, una per gli album e una per le canzoni. E se si ricoprono parzialmente, amen. E se si rimandano l'una con l'altra, è normale.
Via quindi alle 10 canzoni Migliori del Decennio.
Avviso agli ascoltanti: queste sono le 10 canzoni che mi hanno dato di più nei due lustri. Possono essere il verso intimista come la rullata esplosiva, il gioco di parole o il gioco dei violini. Non sono le più innovative, le più raffinate, le più note. Sono le più mie.

MdD #1 Emiliana Torrini, Today has been ok. Emiliana è la (mia) voce del decennio. Apolide, eterea, dolcemente hippie, con tutti i suoi richiami londinesi e la poliedrica cultura musicale. Qui sa un po' di Velvet e un po' di Joni Mitchell, ma con una leggerezza tutta sua. Una ballata in punta di dita e un ottimismo che illumina qualunque mattina storta con una voce di cristallo. per ascoltare

MdD #2 SKA-P, Mis colegas. Gli Ska-P in fase matura. Si parte dallo ska energico per arrivare alle radici del punk, con una melodia che evoca i primi Jam, secca, bella originale, con un ritornello indelebilmente arrabbiato. Coscienza sociale, chitarre potenti e una ritmica che gira. Si trova un po' ovunque, compreso http://www.youtube.com/watch?v=u3EF0gWe17Q

MdD #3 La Famiglia Rossi, Mi sono fatto da solo. Questo (ahimè, ahinoi, ahitutti) è stato anche il decennio del Berlusca. E questo è il brano che nella sua leggera semplicità l'ha meglio descritto, spiegato, deriso. Vero tormentone, musicalmente inconsistente, mi pregio di averlo selezionato e ballato (ubriaco) al mio matrimonio. Sarebbe stato bello che fosse divenuto un inno generazionale e/o la musica di un sipario che si chiudeva alle spalle del despota irriso. Disponibile qui o anche live (ancora meglio)

MdD #4 Les Anarchistes, Il bagno alla bianca. Un trip-hop su una melodia di un cantautore russo degli anni 50 (Visotskji), con un testo di una poeticità drammatica e scarna, con una voce (Alessandro Danelli) come ce ne sono davvero poche, il tutto sorretto da percussioni elettroniche possenti. Argomento? i gulag, la separazione emotiva, il tradimento politico. Ascolto non facilissimo, ma molto gratificante. assente su youtube.

MdD #5 Do you take it (in the ass), Wetspots. In omaggio a quella componente dell'umanità che in questi anni si è emancipata, ha gridato al mondo la sua differenza e diritto ad essere, e che ha saputo farlo con ironia ecco questo delizioso doo-wop dei Wetspots cioe I Punti Umidi, in cui, una coppia affronta la conditio sine qua non per avviare una relazione duratura. La meraviglia è che il testo non spiega (lo fa il video, con sorpresona finale) chi sia il taker e chi il giver. Eccolo.



MdD #6 Il tuo culo, Sulutumana. Uno swing-jazz raffinatissimo, contraltare del titolo apparentemente rude, per cantare il desiderio sensuale ed emozionale insieme. "vorrei essere il tuo piede quando esce dalla scarpa ...vorrei esser la tua lingua mentre scioglie il gorgonzola.." sono la dichiarazione d'amore più bella che mi ricordi. E visto che i Sulu sono gente onesta, proprio alla fine c'è spazio anche per il culo. Disponibile qui, non certo nell'esecuzione migliore.

MdD #7 The Lake, Antony and the Johnsons. Brani dell'ambiguo Antony degni di segnalazione ce n'è tanti e spiace lasciarne fuori alcuni (River of sorrow, Cripple and the Starfish, Happy Xmas con Boy George), ma questo è un gradino sopra tutti. La laconica intro di piano porta ad una strofa sinuosa che recita un poema di Edgar Allan Poe sulla paura di un bimbo di un lago vicino a casa. E' venuta con me in India, Albania e in quasi ogni notte di turno. Voilà.

MdD #8 El mustru, Davide Van De Sfroos. Al di là delle (possibili) simpatie legaiole, il Bernasconi in arte Van De Sfroos è l'ultimo vero cantastorie che abbiamo. Qua, su una melodia trascinante, ci racconta di un anziano pescatore all'ospizio che ha visto il mostro nel lago e nessuno gli crede attribuendo i vanneggiamenti del vecchio all'arteriosclerosi. Sinchè un giorno, per sfida prende una fiocina e si piazza sul pontile...E' confortante che qualcuno abbia ancora storie da raccontare. Eccola

MdD #9 On parle de parité, Femmouzes T. Quanto di più "anti-trendy" esista. Praticamente registrato in presa diretta, a metà tra toasting e inno politico, con un testo dei più lucidi e attuali e una formazione peculiare. Immaginate un po' di Mano Negra e un po di Zebda, il tutto unplugged. Femminismo d'assalto, produzione minimale, e una melodia che ti si insinua nelle orecchie e si incolla per sempre. Fossimo stati nel '68 sarebbe stato l'inno di piazza di un movimento. Peccato. la trovate qui.

MdD #10 Guy Fawkes's Table, Attila the Stockbroker. "Attila l'agente di borsa" è un nome d'arte già un po' impegnativo dietro cui sta, per sua ammissione, un punk di 56 anni, poeta e mandolinista. Piccolo eroe della controcultura inglese, tifosissimo - ne ha composto l'inno - del Brighton and Hove Albion, Attila ha scritto un sacco di canzoni musicalmente banalotte ma con testi pungenti e coraggiosi. Questa, sull'invasione angloamericana dell'Irak è una delle migliori. Mentre da noi tanti "cantautori" si contemplano l'ombelico ore rotundo, c'è ancora chi fa canzone politica, leggendo il mondo. varie versioni su youtube, tutte con audio inqualificabile.

Canzone di riserva Marlevar, Stella di Venere. Agli antipodi, una ballata delicatissima, un bimbo che chiede alla madre cosa sia quell'astro che vede, svolta in occitano su una melodia che porta all'incanto. Potenzialmente sdolcinatissima, non lo è mai. Si perde dopo un po' in svisate vocali piuttosto inutili, ma i primi minuti sono imperdibili, con un gusto piacevolmente familiare, come la marmellata della nonna. PS: non c'è su youtube!

Nessun commento:

Posta un commento