venerdì 11 dicembre 2009

Live - Teatro degli Orrori @ Hiroshima

E alla fine, dopo averli scoperti, sentiti, segnalati e commentati, sono pure andato a vederli in concerto. E sebbene non possa essere ancora considerato un "piccolo fan", ora ho una ragione ulteriore per apprezzarli.
L'inizio, come spesso capita, è stato un po' impacciato. Qualche problema nella regolazione dei volumi, l'approccio sorprendentemente teatrale del frontman, una (penso tipica) fredda accoglienza del pubblico torinese, hanno reso un po' legato il primo brano, Direzioni diverse.
Poi il ghiaccio si è rotto e lo show ha preso la sua giusta direzione.
Sul palco si evidenzia ancora di più il contrasto tra la musica pesantemente rock e il modo di cantare, in bilico alternato tra il recitar teatrale e il vocalizzo classico, ulteriormente accentuato dal modo di fare istrionico di Capovilla, che sfrutta il palco non solo come un cantante, ma pure come un attore che interpreta i brani (e devo ammettere di avere compreso il vero significato di alcuni di essi proprio vedendoglieli recitare).
La scaletta si alterna tra i pezzi dei due album, con una evidente predilezione del pubblico per il primo, mentre il sottoscritto, che praticamente conosce solo l'ultimo, si entusiasmava quando vengono eseguiti brani di questo.
Il frontman dialoga col pubblico, giocando sulla teatralità del suo modo di porsi e manifestando un impegno politico sinistrorso piuttosto semplice ed efficace tra il pubblico dell'Hiroshima. Di questi tempi, poi...
Il concerto trova il suo apice nell'esecuzione di A sangue freddo, che oltre a dare titolo all'album e al tour, è dedicata al poeta nigeriano Ken Saro-Wiwa, la cui tragica biografia Capovilla si premura di raccontare al pubblico prima dell'esecuzione, esortando applausi alla sua memoria e ricordando la situazione della Nigeria, compresi i devastanti effetti dei nostri interessi (Agip) da quelle parti.
Segue la trascinante In due che permette al pubblico di sfogare le sue energie prima della conclusione.
Dopo una pausa di qualche minuto eseguono ancora Die Zeit, suggestivo finale dell'album, messo anche a conclusione quieta-animi del concerto.
Bravi, bravi, bravissimi.
Per concludere incorporo il video di A sangue freddo che ben mostra il modo di fare di Capovilla.
È così. Immaginatelo sudato sul palco.

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