domenica 1 maggio 2011

Ciao Poly Styrene - Donna vera, non c'è dubbio, e pure atipica.

Aiuto! Il mio pantheon punk si sta inesorabilmente trasformando in un popolatissimo cimitero. Se ne andata anche Poly Styrene, e posso capire che a molti il nome dica poco. Punk della prima ora, voce degli X-Ray Spex, mezza scozzese e mezza somala, Marianne Elliott Said, in arte Poly Styrene, ha avuto, a dispetto della scarsa fama, un ruolo importante e merita un posticino nemmeno secondario tra le icone del punk. Piccolina, certo non graziosissima e nemmeno ammaliante, si è ritagliata un ruolo di front-girl atipica, ricodificando il ruolo riservato alle donne nella musica pop.  Antisessuale senza essere androgina - famosi le bretelle e l'apparecchio dentario sfoggiati nei concerti -, aggressiva senza essere maliarda, molto esplicita nei testi senza essere cinica. Non una seduttrice alla Siouxsie, non una mangiauomini stile Slits, non una teatrante alla Nina Hagen, Poly ha cercato di puntare il dito contro il consumismo, i clichès sessuali e di rendere scoperto il "gioco" del punk. L'ha fatto supportata da un gruppo di cui non ricorderemo le doti melodiche ma solo un pugno di canzoni brevi e feroci, con il cantato distorto della Poly ed il sax di Lora Logic (e poi di Steve Rudi) a connotarne pesantemente il sound. Per capirla e renderle merito, valgono il testo e la musica di "I am a poseur". Testo attualissimo, musica onestamente passatella.  Ciao Poly.

I am a poseur and I don't care
I like to make people stare
I am a poseur and I don't care
I like to make people stare

Exhibition is the name
Voyeurism is the game
Stereoscopic is the show
Viewing time makes it grow

My facade is just a fake
Shock horror no escape
Sensationalism for the feed
Caricatures are what you breed

Anti-art was the start
Establishments like a laugh
Yes we're very entertaining
Overtones can be betraying

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